Mauro e l’amianto

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Amianto

Mauro ha 53 anni, è di Palo del Colle ma è nato e cresciuto al Cep di Bari. Fino a cinque anni fa faceva l’operaio specializzato per una multinazionale tedesca specializzata nella bonifica dei treni e delle vecchie fabbriche piene di amianto, questo nella zona industriale di Bari. Poi è stato messo in Cassa Integrazione, Mobilità e infine licenziato. È divorziato da tre anni, ha due figli che vivono con lui. Uno dei figli ha ereditato da lui una grave forma asmatica. Adesso frequenta corsi di formazione per gli over 50 rimasti senza lavoro, ma vorrebbe semplicemente tornare a fare il suo lavoro.

C’incontriamo fuori della classe, in un bar vicino al villaggio dei lavoratori, di fronte alla concessionaria della Volvo. Siamo io, lui e una barista grassoccia e carina. Prendiamo un caffè mentre fuori l’afa di quest’estate soffoca i baresi e li costringe a consumare aria condizionata ventiquattr’ore su ventiquattro. Le bandiere della concessionaria, come gonfaloni della globalizzazione, battono al vento caldo che viene dall’interno.

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